La pandemia che stiamo vivendo è un momento spaventoso e indossare dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati è diventato un obbligo così come avere le giuste competenze. Questo articolo chiarisce le somiglianze e le differenze esistenti tra i vari standard che definiscono i concetti di mascherine chirurgiche, FFP2, mascherine filtranti KN95 e mascherine FFP3.
Mascherine chirurgiche
Le mascherine chirurgiche servono a tutelare l’interlocutore di chi le indossa. Esse evitano, infatti, il passaggio di germi, batteri e delle cosiddette “droplets” dall’indossatore all’interlocutore.
In Europa le mascherine chirurgiche sono dei Dispositivi Medici (DM) e, come tali, devono avere le caratteristiche indicate dalla norma EN 14683: 2019, che comprende tre tipologie di maschere.
- Le mascherine di tipo I, che devono avere un’efficienza di filtrazione batterica minima del 95%, un indice di traspirabilità inferiore a 40 Pa / 4,9 cm² e un carico microbico massimo di 30 CFU/g.
- Le maschere di tipo II, che devono avere un’efficienza di filtrazione batterica minima del 98%, un indice di traspirabilità inferiore a 40 Pa / 4,9 cm² e una carica microbica massima di 30 CFU/g.
- Le mascherine chirurgiche di tipo IIR, che devono avere un’efficienza di filtrazione batterica minima del 98%, un indice di traspirabilità inferiore a 60 Pa / 4,9 cm² e una carica microbica massima di 30 CFU/g. Questo tipo di mascherine devono, inoltre, superare un test che valuti la penetrazione di una “spruzzata” di sangue sintetico.
Mascherine filtranti
In Europa, le mascherine facciali filtranti sono dei Dispositivi di Protezione Individuale e seguono gli standard della norma EN 149: 2001 (+ A1: 2009). La norma richiede che la capacità di filtraggio delle mascherine sia testata sia con un aerosol di particelle di Cloruro di Sodio (NACL) sia con un aerosol di particelle di olio di paraffina.
In base alla loro capacità filtrante, i respiratori facciali filtranti, in Europa, sono classificati in:
- FFP1: capacità di filtrazione dell’aerosol NaCl e olio di paraffina pari all’80%;
- FFP2: capacità di filtrazione dell’aerosol NaCl e olio di paraffina pari al 94%;
- FFP3: capacità di filtrazione dell’aerosol NaCl e olio di paraffina pari al 99%.
Sul mercato le mascherine più comuni sono:
- Mascherine facciali filtrante FFP2 (Standard Europeo);
- Mascherine N95 (Standard Americano);
- Maschere filtranti KN95 (Standard Cinese).
La prima differenza sostanziale tra le tre mascherine risiede nella capacità di filtrazione. Le mascherine FFP2 hanno una capacità di filtrazione pari al 94%, mentre le KN95 e le N95 hanno una capacità di filtrazione del 95%.
Sebbene questa capacità sia molto simile, le FFP2 subiscono test molto più approfonditi ed è proprio qui che si riscontra la seconda differenza sostanziale. Le FFP2, infatti, sono sottoposte a test che utilizzano sia il sodio cloruro (allo stato solido) che l’olio di paraffina (inquinante liquido). Questo rappresenta un aspetto positivo, in quanto l’efficacia delle mascherine viene testata non solo con inquinanti allo stato solido, ma soprattutto, con particolati sotto forma di “droplets”.
…E la valvola?
Le mascherine FFP2, N95 e KN95 possono essere prodotte con o senza valvola. Ma che differenza c’è? Le mascherine con valvola sono sicure per chi le indossa ma non per chi le circonda. Infatti, la valvola presente sulle mascherine filtra il flusso d’aria in entrata ma non quello in uscita. Questo significa che le mascherine con valvola NON dovrebbero assolutamente essere indossate da persone che hanno, o pensano di avere, il COVID-19. Queste persone, invece, dovrebbero prediligere l’utilizzo di mascherine senza valvola, che filtrano sia l’aria inspirata che quella espirata; nella migliore delle ipotesi le mascherine chirurgiche.